Friuli Venezia Giulia – Pride 2019
Pride

Friuli Venezia Giulia – Pride 2019

Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia ONLUS, Arcigay Friuli, Associazione Universitaria Iris e Lesbiche del Nord Est – Lune Alfi uniscono le forze ancora una volta per dare vita alla seconda edizione di FVG Pride, la nostra risposta di orgoglio e speranza ad un clima politico sempre più ostile non solo verso la comunità LGBTQIA+ (lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer, intersex, asessuale), ma verso chiunque venga considerato “diverso”, che sia per genere, colore della pelle, etnia, religione o estrazione sociale.

Come evidenziato dalla recente classifica Rainbow Europe di ILGA-EUROPE sui diritti umani delle persone LGBTQIA+ (rainbow-europe.org), l’Italia ha ancora molto da fare per garantire a tutt* i cittadin* la piena parità prevista dall’articolo 3 della Costituzione.

La mancanza di parità per le coppie di persone dello stesso sesso, di tutela per le famiglie omogenitoriali e di riconoscimento dell’autodeterminazione delle persone transgender, sono solo le lacune più evidenti.

La presunta richiesta di sicurezza dei cittadini in risposta ad un clima di paura creato ad arte dalle parti politiche ora al governo e da alcuni organi di informazione viene usata per giustificare ogni tipo di attentato alle libertà civili da parte di autonominatisi tutori della legge e dell’ordine, nonostante essi siano i primi ad operare spesso nell’illegalità e ignoranza delle norme, a cominciare da quelle fondamentali della Costituzione.

Questo alimenta l’odio che legittima fatti incresciosi come ronde fasciste ed aggressioni, che vengono giustificate da chi dovrebbe condannarle.

Molte battaglie sono state combattute e vinte dalla nostra comunità, migliorando la vita di milioni di persone, ma il nostro lavoro non è ancora finito; non solo dobbiamo continuare a lottare per mantenere le vittorie finora conseguite, ma il cammino è ancora lungo perché tutte le persone della comunità LGBTQIA+ possano vivere con pari dignità, libere da ogni oppressione e discriminazione.

Il momento attuale vede un allineamento a destra dei governi nazionale e regionale e dei comuni dei capoluoghi, con il conseguente appiattimento totale sulle posizioni più reazionarie e clericali. Oggi sono al potere delle amministrazioni che si pregiano di adottare provvedimenti discriminatori e di cercare di smontare i diritti e le tutele finora conquistati.

L’uscita della Regione FVG e del Comune di Udine della Rete Re.a.dy (rete delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e l’identità di genere) rappresenta una dichiarazione simbolica della presa di posizione di queste due istituzioni. Presa di posizione che si è vista rinforzata dall’abrogazione della L.R. 28 dicembre 2017 n. 45 – art. 8, commi 19-20-21 – Concessione del contributo per la realizzazione del progetto “A scuola per conoscerci” , la modifica della Legge regionale 16 maggio 2014, n. 9 che prevede la forte limitazione dell’ufficio del Garante per i diritti delle persone a rischio discriminazione, l’annullamento da parte della Giunta regionale della delibera n. 1540 del 22 agosto 2017, con la quale viene consentito ai dipendenti della Regione e degli enti regionali che hanno avviato un procedimento giudiziario di rettifica del genere di ottenere un’”identità alias” provvisoria corrispondente al genere di elezione nelle more della definizione del procedimento di rettificazione anagrafica. Questi atti sono stati subito imitati dalla neo-eletta Giunta comunale del Comune di Udine che è uscita dalla rete Re.a.dy e eliminato l’identità alias provvisoria per i/le dipendenti comunali in transizione.

È a Trieste, capoluogo della Regione FVG, che sono state prese queste decisioni ed altre, a partire dai diversi atti di smantellamento del modello virtuoso dell’accoglienza diffusa, a favore della creazione di centri di “semidetenzione” per i quasi cinquemila richiedenti asilo presenti in Friuli Venezia Giulia; la censura da parte della Giunta Comunale del manifesto commissionato all’artista Marina Abramović per celebrare i cinquant’anni della Barcolana, una delle regate veliche più grandi del mondo che riporta una dichiarazione ecologista e di respiro universale: come esseri umani e abitanti dello stesso pianeta condividiamo tutti una condizione e un destino al venire interpretata come un’allusione ai barconi dei migranti; la censura – poi ritrattata – della Giunta comunale della locandina che promuove la mostra sulle leggi razziali del 1938, Razzismo in cattedra, organizzata in occasione dell’ottantesimo anniversario della sua promulgazione delle stesse da parte di Mussolini dal balcone del palazzo del comune di Trieste, dalle/degli student* del liceo Petrarca, insieme al dipartimento di studi umanistici dell’università di Trieste, al museo della comunità ebraica e all’archivio di stato di Trieste; così come le diverse mozioni presentate da Forza Nuova al Comune di Trieste, per “Informare le donne dei danni alla salute provocati dall’aborto” proposta a quarant’anni dall’approvazione della Legge 194 che cerca ancora di colpevolizzare le donne per le scelte che fanno sul proprio corpo, e per colpire le persone LGBTQIA+ con lo spauracchio della “teoria Gender”; o le ronde di Forza Nuova che passeggiano impunemente con l’incoraggiamento di alcuni esponenti politici.

Particolarmente grave è stata l’acquiescenza di tutte le istituzioni al raduno nazionale di Casapound Italia, che ha ricoperto di vergogna la città, ma che fortunatamente è stato pacificamente contrastato da un’amplissima parte della popolazione che si è riversata in piazza per dire il proprio no. Tutti questi fatti sono attentati contro i diritti civili e le libertà degli esseri umani e stanno accadendo nella città della Risiera di San Sabba. Per questo motivo, il Comitato FVG Pride ha deciso di mobilitarsi con l’FVG Pride 2019 nella città di Trieste.

Ma questi atti ostili cercano di colpire una comunità che ha una storica tradizione di lotta: nei prossimi mesi celebriamo infatti tre importanti anniversari per la comunità LGBTQIA+ tutta e soprattutto della nostra regione.

Il progetto contro il bullismo omo-lesbo-bi-transfobico nelle scuole “A scuola per conoscerci” giunge infatti alla sua decima edizione, nonostante i tentativi della giunta regionale di ostacolarlo. Il progetto, premiato nel 2011 con la medaglia di bronzo della Presidenza della Repubblica, ha coinvolto negli anni oltre undicimila studenti.

Venticinque anni fa nasceva Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia grazie all’impegno di alcun* coraggios* attivist*, che nonostante le avversità hanno piantato un seme destinato a portare molti frutti, i molti traguardi e il sostegno dato negli anni alla nostra comunità.

Infine, sono passati esattamente cinquant’anni da quella notte del 28 giugno 1969 in cui la comunità LGBTQIA+ di New York, stanca dei continui soprusi da parte della polizia, lancia la prima scarpa (o bottiglia, a seconda dei resoconti) contro i poliziotti, dando il via ai moti di Stonewall, quei giorni di rivolta contro le violenze e le discriminazioni cis-eteronormative, commemorati a partire dall’anno successivo in quella grande manifestazione di orgoglio, lotta e festa che da allora conosciamo come “Pride”.

Questi anniversari ci ricordano l’eredità delle lotte combattute da chi è venut* prima di noi e i risultati raggiunti da chi si è impegnat* anche a costo di grande sacrificio personale per i diritti di coloro che la società considera legittimo bersaglio di ogni sopruso.

Noi siamo gli eredi di queste vittorie e portiamo avanti una causa più grande di noi, la causa della giustizia e della libertà.

Le minoranze di ogni tipo sono oppresse da questo stato di cose, mentre vengono abolite buone pratiche di convivenza ed integrazione, senza dubbio con il fine di rendere impossibile la convivenza civile ed esacerbare le tensioni in un irresponsabile gioco del “tanto peggio, tanto meglio”.

In questo momento tutte le minoranze hanno il dovere di fare fronte comune contro le forze antidemocratiche per salvaguardare i diritti che abbiamo ereditato dall* nostr* antenat*, per poterli tramandare alle prossime generazioni. Solo quando le persone oppresse si ergono una accanto all’altra e non una contro l’altra si può davvero cambiare il mondo.

Per creare insieme un mondo equo in cui tutt* siano liber* di essere se stess* e vivere con dignità in armonia, FVG Pride chiede:

Matrimonio egualitario

Che lo Stato italiano introduca una legge che estenda il matrimonio civile anche alle coppie dello stesso sesso.

Adozione

Che lo Stato italiano garantisca l’adozione di minori anche da parte di persone singole e di coppie dello stesso sesso. Che lo Stato italiano altresì riconosca legalmente la figura del cogenitore, attraverso l’adozione interna alle coppie di persone dello stesso sesso.

Legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia

Che lo Stato italiano riconosca un’aggravante per i reati fondati sull’omo-lesbo-bi-transfobia, e che l’incitamento all’odio contro le persone LGBTQIA+ sia perseguito e punito al pari dell’odio razziale.

Autodeterminazione delle persone transgender e intersessuali

Che lo Stato promuova il riconoscimento del diritto di autodeterminazione delle persone transgender e intersessuali, slegando l’aggiornamento dei dati anagrafici dalla decisione di sottoporsi ad interventi chirurgici demolitivi-ricostruttivi, agevolando sia chi intende comunque sottoporvisi che chi non volesse o potesse subirli. Che lo Stato preveda anche la possibilità di specificare un genere non binario nei documenti ufficiali.

Rispetto della laicità dello Stato

Che lo Stato italiano garantisca la laicità affinché nessuna confessione religiosa possa imporre un modello comportamentale che giustifichi pratiche sociali discriminatorie.

Rispetto del bi-multilinguismo in regione

Che si rispetti appieno il bilinguismo e il multilinguismo nelle zone dove previsto dalla Legge Costituzionale n. 1 del 31 gennaio 1963, dalla Legge n. 482 del 15 dicembre 1999, dalla Legge n. 38 del 23 febbraio 2001 e da tutti gli altri trattati e convenzioni internazionali.

Applicazione della legge N. 76/2016

Che tutte le amministrazioni comunali rispettino la legge sulla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze attenendosi specialmente al comma 20 che garantisce le stesse dignità tra unioni civili e matrimoni.

Trascrizione matrimoni contratti all’estero

Che i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero siano trascritti come tali (e non trasformati in Unione Civile) nello Stato Civile dei nostri Comuni, riconoscendoli pertanto come primo passo verso l’accesso egualitario all’istituto del matrimonio anche nel nostro Paese.

Prevenzione della discriminazione

Che ai dipendenti pubblici sia offerta la formazione necessaria per trattare con rispetto e professionalità * cittadin* LGBTQIA+, al fine di prevenire trattamenti discriminatori nelle Pubbliche Amministrazioni.

Regolamentazione della prostituzione

Basandoci sul principio di autodeterminazione delle persone, chiediamo che lo Stato italiano regolamenti il lavoro sessuale al fine di tutelare la situazione lavorativa de* sex-worker garantendo così i loro diritti e la loro dignità in quanto lavorat*ri*.

Tratta di persone

Che lo stato garantisca l’accesso ai serivizi di aiuto, così come formazione e supporto a chiunque voglia uscire dalla tratta in modo da contrastare e sconfiggere questo fenomeno.

Rete RE.A.DY

Che la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Udine e il Comune di Trieste tornino ad aderire alla Rete RE.A.DY per lo scambio di buone pratiche nella lotta alle discriminazioni. Che vi aderiscano i Comuni della regione che non avessero ancora deciso di farlo.

Garanzia dei diritti LGBTQIA+ in ambito penitenziario

Che si garantisca il benessere psico-fisico anche de* carcerat* LGBTQIA+, favorendo iniziative di informazione e sensibilizzazione per dipendenti e carcerat* per prevenire situazioni discriminatorie, attivando campagne informative sulle MST e applicando piani attuativi di prevenzione della violenza con radice omo-bi-transfobica.

Centro MST/IST di riferimento regionale

Che si crei un coordinamento regionale dei reparti MST/IST con il proposito di offrire un servizio più efficiente e realizzare la prevenzione in modo strategico; che la Regione Friuli Venezia Giulia conceda al Centro di Malattie Sessualmente Trasmissibili di Gorizia il riconoscimento come Centro di Riferimento Regionale, alla luce della sua eccellenza e dell’esperienza maturata nel trattamento e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili.

Campagne di prevenzione IST

Che siano create, attivate e coordinate nuove campagne pubbliche di informazione sulle infezioni da HIV e sulle infezioni a trasmissione sessuale in generale, e che sia promosso su larga scala il preservativo come strumento di prevenzione contro le IST; che si organizzino iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte al personale medico e paramedico sul rapporto medico-paziente, qualora si trovassero davanti persone LGBTQIA+.

Ampliamento dei servizi di prevenzione IST

Che sia esteso il regime di anonimato e gratuità dei test per le IST più comuni come gonorrea, epatiti e sifilide, e che il servizio sia offerto con maggiore visibilità; che sia promosso il test rapido per HIV, attraverso iniziative di informazione, prevenzione, e che sia offerto attivamente il test HIV community-based in luoghi non convenzionali in ottica CBvCT (Community-Based voluntary Counselling and Testing) e secondo il protocollo HIV CoBATEST a popolazioni maggiormente esposte all’HIV (MSM – Maschi che fanno sesso con Maschi, IDU – chi usa droghe iniettabili e Migranti). Inoltre si chiede l’ampliamento della gratuità del vaccino dell’HPV.

Proibizione delle “terapie riparative”

Che vengano vietate ufficialmente le cosiddette “terapie di conversione o riparative” che pretendono di correggere nelle persone LGBTQIA+ la differenza dalla norma cis-eterosessuale.

Depatologizzazione della transessualità

Che sia portata a compimento la depatologizzazione della transessualità.

Depatologizzazione dell’intersessualità

Che lo Stato italiano depatologizzi le varianti di caratteristiche sessuali all’interno di linee guida mediche e protocolli. Che lo Stato italiano altresì combatta le medicalizzazioni volte a “normalizzare” come la chirurgia genitale o altri trattamenti psicologici, favorendo così l’autodeterminazione delle persone intersessuali.

Interventi sull’intersessualità

Che siano proibiti gli interventi chirurgici e farmacologici di riassegnazione di genere su persone nate con caratteri sessuali che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie del corpo maschile o femminile senza il previo consenso della persona interessata o su persone minori.

Garanzie interruzione di gravidanza e cure riproduttive

Che siano potenziati i consultori del territorio per garantire l’accesso alle cure e all’interruzione di gravidanza, assicurando quella libertà di scelta che è costantemente ostacolata dall’altissima percentuale di medici obiettori.

Modifica legge N. 40/2004

Che sia modificata la legge n. 40/2004 allo scopo di consentire l’accesso alla procreazione medicalmente assistita a single e coppie, anche dello stesso sesso.

Garanzie per i richiedenti asilo

Che si garantisca l’erogazione sul territorio dei servizi speciali di accoglienza per i richiedenti la protezione internazionale portatori di esigenze particolari, previsti previste dalle apposite normative nazionali ed europee anche per le persone LGBTQIA+ perseguitate nel loro paese d’origine a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Che non vengano tagliati i fondi destinati all’accoglienza, che sia garantito alle ONG di poter prestare la loro opera nelle diverse fasi del processo di accoglienza; che non venga abolito il modello dell’accoglienza diffusa, un modello dimostratosi virtuoso per l’integrazione e copiato in molte città. Che non vengano istituiti i CPR, che sono una forma di detenzione illegale.

Garanzia di diritti per le persone anziane LGBTQIA+

Che siano avviate all’interno delle case di cura o strutture protette per anzian* campagne d’informazione e formazione mirate alle problematiche della terza età LGBTQIA+, allo scopo di prevenire situazioni di discriminazione.

Garanzia di diritti per le persone LGBTQIA+ diversamente abili

Che sia garantita l’educazione all’affettività all’interno di centri e strutture protette anche per persone LGBTQIA+ diversamente abili e che siano avviate campagne d’informazione e formazione mirate a prevenire situazioni di discriminazione, sia all’interno di dette strutture, sia più ampiamente nella società.

Rifugio LGBTQIA+

Che si crei in Regione una casa di accoglienza temporanea per persone LGBTQIA+ vittime di maltrattamenti in famiglia.

Formazione scolastica

Che nei piani dell’offerta formativa delle scuole pubbliche sia garantita una vera educazione all’affettività e alla sessualità, così come alle differenze, attuata di concerto con i soggetti competenti, adeguata all’età de*l* studenti, che coinvolga anche le famiglie, improntata sui principi democratici del rispetto e dell’accoglienza di ogni diversità.

Prevenzione del bullismo omo-lesbo-bi-transfobico in ambiente scolastico

Che il personale delle scuole pubbliche accolga e valorizzi tutte le esperienze familiari di provenienza de*l* alunn* e che al corpo docente e amministrativo delle scuole sia offerta la formazione necessaria per trattare con rispetto l* studenti LGBTQIA+.

Identità Alias per le persone transgender

Le pubbliche amministrazioni (es. Università, Uffici Pubblici, ecc) adottino l’identità alias, permettendo a studenti, docenti e dipendenti transgender di usare il nome scelto anche prima della rettifica dell’identità anagrafica.

Assistenza sessuale alle persone con disabilità

Che venga garantito il diritto all’assistenza sessuale per le persone con disabilità.

Libertà di scelta riguardo il cognome

Che sia garantita la libertà di scegliere quale cognome dare a* figli*.

Difesa dell’autonomia delle donne

No agli attacchi all’autodeterminazione delle donne, no ad interventi legislativi per rendere più difficile e oneroso il divorzio e leggi che rendono l’affidamento de* figli* delle coppie separate più difficile e traumatico per motivi ideologici.

La nostra lotta è la lotta antifascista e contro ogni discriminazione cui ogni amante della giustizia, libertà e dello Stato di diritto deve aderire, questo non è il momento di rimanere spettatori passivi del furto di diritti.

Cos’è il Pride?

L’espressione inglese gay pride (letteralmente orgoglio gay) richiama in italiano due concetti distinti: quello di fierezza gay e quello di pride parade (parata dell’orgoglio), la marcia dell’orgoglio gay che mantiene in vita la memoria dei moti di Stonewall del 1969.

La resa del termine inglese pride ha creato in italiano numerosi equivoci attraverso la traduzione più usata, ‘orgoglio’ (che in italiano è anche sinonimo di ‘superbia’), mentre la traduzione più corretta sarebbe semmai ‘fierezza’, cioè il concetto opposto alla vergogna, vista come la condizione in cui sono state, e sono tutt’ora, costrette a vivere la maggior parte delle persone appartenenti alla comunità LGBT.

Attualmente si preferisce spesso usare solamente l’appellativo pride, che comprende tutte le realtà dell’arcobaleno: lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali (da ora in poi LGBTQIA)

I moti di Stonewall

Le incursioni della polizia nei bar gay e nei night club facevano regolarmente parte della vita gay nelle città degli Stati Uniti fino agli anni sessanta, quando cominciarono a essere meno frequenti nelle città principali.

Prima del 1965, l’identità dei presenti al momento della retata veniva registrata dalla polizia e, in alcune occasioni, veniva anche pubblicata sui quotidiani.

All’epoca, la polizia usava tutti i motivi che riusciva a escogitare per giustificare un arresto con accuse di indecenza, tra cui baciarsi, tenersi per mano, indossare abiti del sesso opposto o anche il semplice essersi trovati nel bar al momento dell’irruzione.

I moti di Stonewall, chiamati anche nel loro insieme dal movimento gay statunitense rivolta di Stonewall o semplicemente Stonewall, furono una serie di violenti scontri fra persone LGBTQIA e la polizia a New York.

Il primo scontro avvenne la notte del 27 giugno 1969 poco dopo l’1:20 a.m., quando la polizia irruppe nel Stonewall Inn, un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village, un quartiere del distretto di Manhattan a New York.

Viene generalmente considerato l’inizio simbolico del moderno movimento di liberazione LGBTQIA, essendo il giorno in cui la comunità LGBTQIA, stanca della violenza sistematica subita per secoli in silenzio, scende in strada e la paura lascia il passo all’orgoglio, all’orgoglio di essere quello che siamo, all’orgoglio di esserlo alla luce del sole e di lottare per i diritti propri e altrui.

Simbolo dei moti di Stonewall è diventata Sylvia Rivera, attivista trans, che si vuole abbia cominciato la protesta gettando una bottiglia o un tacco, secondo le diverse versioni, contro un poliziotto.

Per questo motivo il 28 giugno è stato scelto dai movimenti LGBTQIA come data della Giornata mondiale dell’orgoglio LGBT+ essendo quest’anno il 50° anniversario della stessa.

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