“Sono un segno” – L’intersessualità raccontata da Laura Dotta Rosso
Arte-Spettacolo

“Sono un segno” – L’intersessualità raccontata da Laura Dotta Rosso

Un segno, un movimento nell’aria che indica che tutti possiamo creare uno spostamento, essere di ispirazione per qualcuno, tutti noi abbiamo le potenzialità per migliorare o peggiorare la vita di una persona. Intersessuale, sappiamo cosa vuol dire? Sappiamo come si sentono? E noi siamo in grado di comportarci in maniera naturale, parlando di qualsiasi argomento con una persona intersessuale? Vogliamo metterci in gioco?

A tutte queste domande risponderà la brava Laura Dotta Rosso che abbiamo contattato.

Ciao Laura, da dove nasce l’idea dello spettacolo?

L’idea l’ho avuta nell’agosto 2018, nella casa di famiglia in campagna; ero sul divano e mi sono messa a guardare un documentario chiamato “Follow This” basato sulla redazione del giornale “BuzzFeed News” su Netflix. In un episodio si parlava di disagio, persone che erano nate sane e che in seguito i medici avevano fatto ammalare, di intersessualità, di leggi inesistenti, di confini non ancora trasparenti e di mutismo su tutto quello che riguardava la sfera sessuale di questi individui, su quello che riguardava la loro esistenza. Ho pensato: ascoltiamo e capiamo meglio di cosa come sono fatte le persone ermafrodite; non avevo intuito proprio nulla, l’intersessualità non è sinonimo di ermafroditismo, non è sinonimo di mezzo maschio e mezzo femmina, l’intersessualità è una realtà più complessa, più intrinseca, più profonda che gestisce ogni lato emotivo, psicologico e fisico dell’individuo. La mia realtà fino a quel momento era stata distorta, accecata da un mondo che non rappresentava una parte ampia della popolazione e mi sono chiesta quanto in realtà rappresentasse me che per tutti ero nata “normale”. Le stesse emozioni le avevo provate anche io in contesti differenti, in maniera trasversale, in maniera meno diretta ma pur sempre totale. Ho sentito l’esigenza di urlare alle persone la nostra ignoranza, di dire agli esseri umani che non siamo soli, far conoscere tutto di tutti perchè, se il pettegolezzo venisse usato per informare invece che per massacrare, allora sarebbe più valido di tanti social e tanta disinformazione. Dobbiamo ritrovare la comunicazione, la parola semplice, leale, distensiva e riappacificatrice. Dobbiamo essere intelligenti, trasparenti e parlare di sesso, amore, fisicità come se parlassimo di gelati, perchè, in fondo, se il gelato è buono, non importa da cosa sia sostenuto sotto.

Abbiamo capito che sei una donna sensibile ma allo stesso tempo forte ed energica, per quanto riguarda lo spettacolo chi ha raccolto le tue richieste di andare sul palco e raccontarlo?

Quando ho terminato di scrivere il mio spettacolo, ho mandato il mio progetto e la sinossi in vari teatri, anche se ammetto di non aver avuto ancora un video professionale e delle foto di scena.

Caterina Guida, direttrice artistica dell’associazione KA.ST ha creduto in me, mi ha contattata e mi ha voluto inserire nella rassegna teatrale “I grandi amatori” che si svolgerà presso il Teatro Due di Roma. Ha voluto parlare di tematiche nuove, diverse, credendo in una persone giovane in grado di fare tanti sbagli ma anche probabilmente di fare qualcosa di buono.

Intorno a me all’inizio tutti mi dicevano che sarebbe stato un tema difficile da affrontare, spiegare e rappresentare. Ho creduto in me, in quello che vedevo nella mia testa e il mio ragazzo mi ha sostenuto dicendomi che se avessi voluto sarei stata grande.

Ora parlaci del messaggio che desideri lanciare, chi deciderà di venire a vederti che esperienza si porterà nel cuore?

Ognuno è importante per come è nato e per quello che desidera urlare al mondo. Ogni pensiero può cambiare la visione di qualcuno, ogni condivisione serve a maturare, a far arrabbiare, a far sorridere, a fare e basta. Siamo cellule in continua evoluzione e molte volte è difficile accettare, in primis per noi stessi, di essere cambiati e di avere differenti opinioni. Non esiste la verità assoluta, non esiste solo un punto di vista, bisogna cercare di trovare sempre un complimento positivo da fare a chi ci sta davanti, bisogna imporselo. Il disagio ce lo creano le persone che ci stanno intorno e non non glielo dobbiamo permettere, non dobbiamo fare in modo che uno sguardo, una reazione ci faccia cambiare la nostra reazione, il nostro umore. Non dobbiamo guardare le altre persone con sguardi strani, sorrisetti perchè non accettano i rapporti che abbiamo o perchè pensiamo di dover giustificare i nostri impulsi. La vita non è una giustificazione, la vita è una domanda sempre nuova e solo chi si fa sempre le solite domande trova sempre le solite risposte e ha timore o si sente superiore.

Come ben sai noi combattiamo da sempre chi vuole sostenere “le differenze”, anche toccando la politica se serve, ti va di parlaci del tuo percorso?

Sono un segno e un’opera che racconta un percorso: quello di una persona ignorante che vuole conoscere, vuole informarsi, vuole capire e vuole divulgare i messaggi appresi, perché una persona non intersessuale non per forza non si è mai sentita fuori luogo e non ha provato le stesse angosce, solamente ha provato queste emozioni in altri ambiti. Siamo tutti dei segni nel momento stesso in cui nasciamo, nel momento in cui decidiamo di esistere e dobbiamo capire che le nostre sensazioni, se condivise, possono essere più potenti. Inter sessuali non è un segno di vergogna o di emarginazione, intersessualità è solo una parola in più da aggiungere al nostro vocabolario.
Ho voluto informarmi, capire, andare oltre me stessa, sperimentare il giudizio naturale che a me, e alle persone, veniva purtroppo spontaneo senza conoscere o provare a percepire le emozioni delle persone intersessuali. Volevo andare oltre la prima impressione, eliminare paure infondate, far comprendere alla gente che se tutti dichiarassimo la nostra percezione del mondo avremo la sensazione di essere meno soli e meno strani.

Abbiamo quasi finito… chi è Laura Dotta Rosso?

Sono nata a Savigliano, in provincia di Cuneo, mi sono diplomata all’ Accademia dello spettacolo di Torino e mi sono trasferita a Roma per fare l’attrice. Ho svolto un laboratorio teatrale con Francesca De sapio, un corso di critica teatrale con Andrea Pocosgnich, fatto la storyteller durante il Puglia showcase 2018, svolto altre esperienza di scrittura, tra cui delle pubblicazioni delle mie poesie. Nel 2018 ho fatto parte della direzione artistica under 25 del festival Dominio Pubblico. A marzo sono stata in scena con una commedia al teatro “Le salette” e al “Teatro Della Visitazione” con la compagnia 4 cambi di Francesco Proietti. Ho fatto la responsabile spazio al Festival di Santarcangelo dei teatri.
Amo la natura, le novità, l’arte, amo guardare, osservare tutto ciò che mi può aiutare a comprendere e a farmi più domande sul mondo; cerco sempre di domandarmi se sto guardando nella prospettiva corretta gli eventi, mi faccio trascinare e travolgere dalle emozioni che mi attraversano. Sono testarda, impulsiva, solare e sensibile.
Nel 2019 ho scritto e mi sono autoprodotta lo spettacolo Sono un segno.

E per chi desiderasse avere più informazioni in merito al tuo spettacolo?

Guarda, sono piuttosto pratica. E tutto molto facile, basta chiamare questo numero 345.9430465

Redazione lgbtitalia.it – Alessandro Leorin