Diritti Umani – Presentato un documento sui diritti delle persone lgbt all’Onu
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Diritti Umani – Presentato un documento sui diritti delle persone lgbt all’Onu

Nel mese di novembre 2019 si terrà la 34esima sessione della Revisione Periodica Universale (UPR), nel corso della quale il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU esaminerà lo stato dei diritti umani nel nostro Paese.

Una coalizione di associazioni LGBTI – tra cui Arcigay, l’Associazione Radicale Certi Diritti, il Centro Risorse LGBTI, Gaycs (OutSport) e OII-Italia– hanno presentato un documento (in inglese) di analisi dei diritti umani delle persone LGBTI tenendo anche conto delle raccomandazioni fatte all’Italia nei cicli precedenti della Revisione Periodica Universale nel 2009 e nel 2014.

Le associazioni propongono alle varie delegazioni che esamineranno il documento del governo italiano anche una serie di domande e di raccomandazioni da fare al governo italiano.

Le domande si concentrano sui diritti umani delle persone intersex e sul diritto a cercare asilo in Italia. Le raccomandazioni – ne sono state formulate 41 – riguardano il diritto alla vita, alla sicurezza e alla protezione da violenze e discriminazioni, la libertà d’espressione e associazioni, il diritto di sposarsi e di formare una famiglia, giovani e scuola, la salute, i diritti umani delle persone trans e intersex, lo sport, il diritto a cercare asilo in Italia, e i diritti dei detenuti e delle detenute LGBTI.

Yuri Guaiana, presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti e coordinatore del lavoro sulla Revisione Periodica Universale, insieme a Rosario Coco, coordinatore del progetto OutSport, Alessandro Comeni, presidente di OII-Italia, Leonardo Monaco, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, Gabriele Pazzoni, segretario generale di Arcigay, e Valeria Roberti, presidente del Centro Risorse LGBTI, dichiarano:

“la Revisione Periodica Universale rappresenta un’opportunità molto importante per le associazioni LGBTI italiane di influenzare la condotta italiana sui diritti umani e di partecipare a un percorso di valutazione sullo stato dei diritti umani nel nostro Paese. Come già fatto nel 2014 – quando siamo riusciti a far raccomandare all’Italia di approvare il matrimonio egualitario – adesso che abbiamo depositato il nostro documento, lavoreremo con i nostri partners europei per influenzare i governi che a novembre valuteranno l’Italia. Se riusciremo a far fare all’Italia le nostre raccomandazioni e se l’Italia le accoglierà, nei prossimi cinque anni avremo una speranza in più di vedere i diritti umani delle persone LGBTI maggiormente rispettati anche nel nostro Paese”.